La ricerca condotta presso i nostri Istituti ha individuato promettenti strategie terapeutiche per combattere alcune malattie. Questi risultati derivano da anni dedicati allo studio dei meccanismi alla base delle malattie genetiche e allo sviluppo di forme terapeutiche innovative. La ricerca clinica di Fondazione Telethon vuole essere la risposta concreta a tutti i pazienti che attendono una cura.

Terapia immessa sul mercato

La leucodistrofia metacromatica è una malattia neurodegenerativa molto grave. Grazie alle ricerche condotte presso l'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano, nel 2010 è stata avviata una sperimentazione clinica che ha coinvolto pazienti provenienti da tutto il mondo e affetti da questa grave malattia genetica. Altri pazienti sono stati trattati nell'ambito di un programma di accesso allargato e con formulazione che prevede il congelamento del prodotto. Nel 2020 Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele e l’azienda produttrice, Orchard Therapeutics hanno annunciato che la terapia genica è stata approvata in Europa con il nome di Libmeldy. Il farmaco è stato poi approvato anche nel Regno Unito a inizio 2021, e negli Stati Uniti, con il nome di Lenmeldy® nel marzo 2024.

Il farmaco è indicato per i bambini con le forme precoci di malattia, ovvero per i bambini con la forma tardo-infantile o giovanile-precoce che ancora non abbiano manifestato i segni clinici della malattia e per quelli con la forma giovanile precoce con manifestazioni cliniche precoci di malattia.

L'ADA-SCID è una delle prime malattie ereditarie sulle quali la terapia genica ha dato buoni risultati, è dove siamo stati pionieri e visionari.
Le ricerche condotte presso l'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano hanno portato a sviluppare un'efficace terapia genica per contrastare questa grave malattia da immunodeficienza che si manifesta fin dai primi mesi di vita del bambino sotto forma di infezioni ricorrenti e aggressive. La terapia sperimentale, somministrata a pazienti provenienti da tutto il mondo, ha dimostrato ad oggi un buon rapporto rischi-benefici e grazie ad accordi industriali - prima con GlaxoSmithKline, poi con Orchard Therapeutics LTD - la terapia messa a punto dai ricercatori Telethon è diventata un farmaco disponibile nell'Unione europea nel 2016. La sicurezza ed efficacia della terapia continua ad essere monitorata da parte delle autorità competenti. Nel 2023, dopo il parere positivo dell’EMA, l’Agenzia europea del farmaco, la Commissione europea ha approvato il trasferimento a Fondazione Telethon dell’autorizzazione all’immissione in commercio in Europa della stessa terapia. Dal 2000 ad oggi, 47 pazienti affetti da ADA-SCID hanno ricevuto la terapia messa a punto presso l'Istituto San Raffaele-Telethon, considerando sia il prodotto sperimentale somministrato nel corso degli studi clinici e in modalità compassionevole, sia il farmaco commerciale approvato nel 2016.

Sperimentazione clinica

Questa rara malattia da immunodeficienza colpisce i soggetti maschi e si manifesta fin dai primi mesi di vita. Grazie alle ricerche condotte presso l'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano, nel 2010 è stata avviata una sperimentazione clinica che ha coinvolto pazienti provenienti da ogni parte del mondo e affetti da questa malattia da immunodeficienza, caratterizzata da infezioni ricorrenti e aggressive, tendenza a emorragie, tumori ematici e autoimmunità. Altri pazienti sono stati trattati nell'ambito di un programma di accesso allargato e con formulazione che prevede il congelamento del prodotto. I  risultati ad oggi raccolti sono stati molto incoraggianti per la sindrome di Wiskott-Aldrich. Alla luce di questi risultati, si sta intraprendendo l’iter regolatorio per rendere questa terapia accessibile ai pazienti.

La talassemia è una delle malattie ereditarie più frequenti, specialmente nel bacino del Mediterraneo. Lo standard di cura disponibile per questi pazienti è  la trasfusione (a cui il paziente deve sottoporsi regolarmente, assumendo contemporaneamente farmaci per prevenire gli effetti tossici dell'accumulo di ferro); il trapianto allogenico è un’alternativa consolidata ma non sempre possibile per tutti i pazienti e correlato a una serie di rischi. Grazie alle ricerche condotte presso l'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano, nel 2015 è stata avviata una sperimentazione clinica che ha coinvolto i pazienti, adulti e bambini, con un difetto ereditario dell'emoglobina. Lo studio si è concluso e i pazienti continuano ad essere seguiti per monitorare la sicurezza ed efficacia a lungo termine della terapia,   come previsto dalla normativa vigente. Come continuazione della medesima linea di ricerca, è in programma un secondo studio di terapia genica che si basa su un migliorato processo di produzione del farmaco sperimentale.

La mucopolisaccaridosi di tipo 1 è una malattia metabolica che interessa i neonati e colpisce vari organi, tra cui l’apparato scheletrico e il cuore.
Le ricerche condotte presso l'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano hanno permesso di sviluppare in laboratorio una terapia genica in grado di correggere il difetto genetico alla base di questa condizione. Le uniche cure finora disponibili sono il trapianto di midollo osseo e la terapia enzimatica sostitutiva, che tuttavia presentano importanti limitazioni. La prima sperimentazione clinica sui pazienti è iniziata nel 2018 e i primi risultati sono stati pubblicati nel 2021. I pazienti trattati in questa prima sperimentazione, il cui reclutamento è ora concluso, continuano ad essere seguiti nella fase di follow-up. Grazie a un accordo stipulato con Orchard Therapeutics (Europe) Ltd, la terapia genica per la mucopolisaccaridosi di tipo I verrà inoltre confrontata con il trapianto allogenico, in uno studio che partirà a breve presso l’Ospedale San Raffaele e vede la collaborazione di altri ospedali in Europa, Regno Unito e U.S.A.

Detta anche malattia di Maroteaux-Lamy, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 è una malattia genetica rara che esordisce in genere durante l’infanzia, con manifestazione a carico di tre strutture principali dell'organismo: lo scheletro (deformità scheletriche e bassa statura); gli occhi (opacità corneale); il cuore (inspessimento di alcune valvole). A differenza di altre mucopolisaccaridosi, non colpisce il sistema nervoso centrale, per cui le persone affette non hanno ritardo mentale. La terapia attualmente disponibile per questi pazienti è la Terapia Enzimatica Sostitutiva che risulta però essere molto invasiva (prevede infusioni settimanali di 4 ore) e ha una efficacia limitata.
Le ricerche condotte presso l'Istituto Telethon di Pozzuoli, hanno portato allo sviluppo in laboratorio di una terapia genica il cui obiettivo è fornire al paziente il gene corretto per ripristinare la funzione dell'enzima mancante ed evitare così l'accumulo di sostanze tossiche che determinano danni agli organi, attraverso una singola infusione endovenosa. Nel 2017, in collaborazione con l'ospedale universitario Federico II di Napoli, è iniziata una sperimentazione clinica su pazienti, con risultati positivi soprattutto alle dosi più alte. Ad oggi i pazienti trattati sono nella fase di follow up e si sta lavorando allo sviluppo di una estensione dello studio clinico per poter arruolare nuovi pazienti.

È un’altra forma di retinite pigmentosa e la più comune combinazione di sordità e cecità genetica dovuta alla retinite pigmentosa. I ricercatori del Tigem hanno dimostrato che la tecnologia di trasferimento genico che loro hanno ideato e sviluppato è efficace nel modello animale. Lo studio di storia naturale si e’ concluso e i dati pubblicati. Inoltre lo studio di terapia genica  sponsorizzato da AAVandgardeBio, l’azienda licenziataria di questa terapia,  e da Fondazione Telethon  ha completato  l’iter autorizzativo, e i primi pazienti saranno trattati  a breve.  

Sviluppo preclinico - Fase avanzata

È una malattia rara che rende i pazienti particolarmente vulnerabili a batteri e patogeni e che può portare a problemi al fegato e alle vie biliari, neutropenia, autoimmunità e persino tumori. Al momento l’unica cura possibile è il trapianto allogenico, che presenta però una serie di rischi. I ricercatori di SR-Tiget stanno studiando una nuova terapia per la iper-IgM basata su cellule T geneticamente modificate. Questa terapia ha dato risultati incoraggianti in fase preclinica e verrà testata a breve sui pazienti.

L’osteopetrosi è una malattia congenita rara del riassorbimento dell’osso, caratterizzata da un aumento generalizzato della densità dello scheletro e da una elevata fragilità ossea. Se ne conoscono principalmente due forme: una a trasmissione autosomica dominante, generalmente meno aggressiva e ad insorgenza tardiva, e una a trasmissione autosomica recessiva (ARO), ad insorgenza precoce; quest’ultima, che è la forma più severa ed è causa di un’elevata mortalità infantile, è oggetto di studio da parte dei ricercatori dell'Istituto San Raffaele-Telethon di Milano. Al momento non esiste una terapia risolutiva, l’unica terapia finora disponibile è il trapianto di midollo, il cui successo è però limitato dalla disponibilità del donatore e dalle condizioni cliniche del paziente. Le ricerche condotte hanno permesso di sviluppare una terapia genica basata sul trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe geneticamente modificate, mediante la sostituzione del gene malfunzionante con il gene sano. Questo approccio terapeutico ha dato risultati incoraggianti in laboratorio e in fase preclinica, per cui si sta procedendo con lo sviluppo di uno studio clinico di fase I/II per valutarne la sicurezza e l’efficacia nei pazienti affetti da ARO.

È una malattia ereditaria dell’occhio che porta alla graduale perdita della vista. Non esiste una cura efficace per cui l’esito inevitabile è la cecità. I ricercatori del Tigem stanno sviluppando una terapia genica per questa patologia. Il test della strategia di cura nel modello animale ha dato risultati molto incoraggianti che potrebbero essere trasferiti all’applicazione sul paziente entro pochi anni.

È una malattia ereditaria degli occhi attualmente priva di cure che provoca una graduale perdita della vista. I ricercatori del Tigem, che, in collaborazione con un team statunitense, avevano contribuito alla messa a punto della terapia genica per un’altra retinopatia, l’amaurosi congenita di Leber, stanno verificando come applicare questa strategia di cura anche alla retinite pigmentosa.

È una delle malattie ereditarie più comuni e causa un difetto di coagulazione del sangue. I ricercatori di SR-Tiget stanno sviluppando una terapia genica che si pensa possa essere efficace e a lungo termine.

Come favoriamo l'avvio di studi clinici

Ci avvaliamo di un team di sviluppo clinico dedicato all'interno della Fondazione. Il Responsabile dello sviluppo clinico è responsabile di tutto il processo di gestione operativa sugli studi clinici condotti da Telethon, garantisce che ogni passaggio riceva supporto e risorse adeguate assicurando inoltre il rispetto della governance sulla sperimentazione clinica e delle relative prescrizioni legislative.

 Inoltre, il Responsabile dello sviluppo clinico, e altre figure esperte del suo team,  fornisce indicazioni e consulenze sugli studi clinici, aiuta scienziati e ricercatori a impostare i progetti per la fase clinica.

Il team di sviluppo clinico all'interno della Fondazione è composto da clinical project managers  che gestiscono lo studio clinico nella sua interezza, collaborando con altre funzioni dello stesso team come biostatistica e responsabile della farmacovigilanza e con altre in Fondazione, in particolare con gli affari regolatori e la qualità e con i due istituti di ricerca Telethon, SR-Tiget a Milano e il Tigem di Pozzuoli (Napoli), contribuendo allo sviluppo dei progetti, dalla ricerca di base fino ai test clinici avendo cura di tutti gli aspetti organizzativi della ricerca.

Gli studi vengono principalmente condotti nelle unità cliniche  con cui Fondazione ha in atto una stretta collaborazione, in OSR a Milano, e alla Federico II e alla Vanvitelli a Napoli  dove il Responsabile dello sviluppo clinico , coordina il personale dedicato, come per esempio il data e study manager, il clinical monitor e il regulatory officer nell’attività  quotidiana.

In particolare, oltre ai medici che conducono lo studio e seguono i pazienti, le seguenti figure sono coinvolte nelle attività del centro clinico e sono   presenti in base alle diverse necessità delle singole Unità cliniche: Responsabile sviluppo clinico: è responsabile e incaricato di guidare il team e di coordinare ogni attività relativa agli studi clinici, oltre che garantire la qualità del personale, l’accuratezza e la continuità delle attività.

  • Referente assicurazione qualità: Supervisor indipendente che assicura il rispetto della legislazione e delle good clinical practice (GCP - linee guida di buona pratica clinica) durante le fasi degli studi clinici e mantiene le certificazioni necessarie.
  • Coordinatore degli studi clinici: è referente e responsabile per il coordinamento delle attività condotte nell’Unità riguardanti gli studi clinici.
  • Regulatory officer: è responsabile degli aspetti etici e normativi, prepara e rivede i documenti relative agli studi mantiene l’archiviazione dei documenti essenziali di studio e tiene i rapporti con il comitato etico e le autorità competenti.
  • Clinical monitor: verifica che lo studio sia condotto secondo il protocollo, le GCP e la normativa in vigore e che i diritti dei pazienti siano rispettati.
  • Data manager: inserisce e ricava i dati relativi agli studi clinici, rivede o prepara le cartelle di raccolta dati (CRF, case report form).
  • Infermiere clinico: si occupa delle questioni relative ai pazienti e ai campioni biologici.

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